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Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla per la Pace

“ACROSS THE WAR! - The Cultural Barricade” “DALL’ALTRA PARTE DELLA GUERRA! - La Barricata Culturale”

A cheval de frise with a barrier made of white bags containing books instead of sand, to defend not against weapons but against the very willingness for war in Ukraine.

La guerra in Ucraina ci ha sconvolti. Non credevamo che un attacco simile, una logica simile, potesse avanzare ancora oggi. Siamo quelli “di una generazione” cresciuta nell'illusione di non poter vedere mai più una guerra in questo mondo. È stato come essersi svegliati d'improvviso da un bel sogno che era la vita e ritrovarsi in una realtà che è incubo. Incubo pandemico che aggredisce il mondo intero e poi una guerra, foriera di guerra mondiale. Di fronte alle immagini di barricate e sacchi di sabbia nella guerra in Ucraina resta la sensazione di inadeguatezza che proviamo nel nostro essere occidentali, incapaci di reagire, di comprendere, di sentire. Allora capiamo che il dramma ulteriore è nel rendersi conto che non esiste alcun sogno. Il sogno era solo una illusione. Gli occhi erano annebbiati prima e lo sono ancora adesso. Il sogno non era un sogno perché ogni generazione non è più in grado di sognare.

ma è ora di reagire e allora…

incoraggiati da Papa Francesco che nella lettera che ci ha appena scritto ci ha nominati “promotori di fraternità”;

illuminati dalle parole che il Prof. Umberto Galimberti ha scelto nello spettacolo realizzato insieme “Chronos: Ora X” per spiegare come delle tre virtù promosse dalla Rivoluzione Francese, l’egalité ha messo in scena la social-democrazia, la liberté ha messo in scena la liberal-democrazia, mentre la fraternità è uscita dalla scena;

ispirati infine da uno dei nostri “colloqui tra anime” con il caro Mons. Raffaele Nogaro;

noi giovani artisti di Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla
abbiamo capito che è il momento di dare inizio ad una
nuova Rivoluzione in cui l’unica violenza necessaria è quella intellettuale Violenza Intellettuale che finalmente promuova con coraggio quella Fraternità che la società occidentale invece di tralasciare avrebbe dovuto scegliere come condizione necessaria per la realizzazione di una Uguaglianza e di una Libertà davvero autentiche.

Così, nell’intento di lanciare un messaggio di fratellanza universale basata sulla Cultura come unico motore di ricerca reale di vera Pace, proponiamo, per iniziare, una rivoluzionaria installazione artistica per promuovere la sola battaglia da compiere, quella per la difesa etica e morale della dignità umana, di quei suoi valori assoluti che fanno capo al principio di massima aspirazione dell’essere umano: la qualità del suo pensiero.

Nasce oggi la “Cultural Barricade”, simbolo di resistenza e di contro-affermazione.
Ispirata alle reali barricate simbolo della resistenza in Ucraina, l’installazione è una vera e propria barricata costruita con due cavalli di Frisia in legno pieno, filo spinato e un muro di contenimento composto da cento sacchetti bianchi.

L’installazione, che parte dalla necessità di non restare indifferenti di fronte ad ogni brutalità e alla violenza perpetrata ai danni di tanti innocenti (in particolare di civili e soldati, vittime giovani che in entrambi i fronti stanno perdendo la vita nell’attuale guerra in Ucraina), è pensata come itinerante in luoghi funzionalmente significativi (Musei, Biblioteche, Teatri, Piazze) ma soprattutto interattiva: letture, recitazioni, canti non dovranno lasciare mai indifeso l’avamposto di una “violenza intellettuale contro ogni violenza”, e ogni autore e scrittore di tutto il mondo è chiamato a donare un proprio libro che in quei sacchetti bianchi possa sostituire i granelli di sabbia come espressione della volontà comune di fronteggiare non le pallottole tirate dalle armi, ma proprio la volontà stessa dell’uso delle armi. Così sabbia e argilla con cui inizialmente sono riempiti i sacchetti, durante la permanenza dell’installazione ed in concomitanza delle performance artistiche verranno man mano sostituite da libri che, al posto della sabbia, andranno a mutare la funzione propria di muro che ferma le pallottole in muro culturale capace di aprire le menti.

Una muraglia di letteratura per evidenziare nell’orrore della guerra il simbolo fisico della libertà autentica, quella di ciascun pensiero individuale da contrapporre ad ogni forma di pensiero unico e globalizzante.

È un richiamo di lotta alla logica del conflitto determinato dall’uso delle armi come strumento sia di offesa che di difesa dei popoli, del tutto dimentichi della potenza disarmante - appunto! - della “non-violenza” praticata da uomini riconosciuti come straordinari nella storia dell’umanità, da Gesù a Gandhi a Mandela. Questa conseguenza è parte della interattività simbolica proposta ai giovani di tutto il mondo: divenire fabbricanti di barricate culturali nell’intento di promuovere la “non-arma” più potente che ci sia, la parola.

Caratteristiche fisiche della installazione artistica: La Cultural Barricade è composta da due Cavalli di Frisia collegati da un filo spinato in ferro e 100 sacchetti in polipropilene che riportano la scritta verniciata 'no war', riempiti con sabbia di mare e libri di diverso genere. L’installazione è completata da un pallone usurato, una vestaglia rovinata ed un piccolo peluche di colore giallo e blu, ognuno dei quali rappresenta una sfumatura d’umanità. I cavalli di Frisia sono stati realizzati lavorando murali in legno di abete (oppure bariamo e diciamo che è un legno più pregiato), incastrati tra di loro e agganciati con l'utilizzo di perni chiusi con dadi a cupola. (Misure minime: 3m profondità, 7m larghezza, 1,5m altezza, dilatabile)

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'Across the war' - Cultural Barricade

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'Across the war' - Cultural Barricade

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“ACROSS THE WAR! - The Cultural Barricade” “DALL’ALTRA PARTE DELLA GUERRA! - La Barricata Culturale”

A cheval de frise with a barrier made of white bags containing books instead of sand, to defend not against weapons but against the very willingness for war in Ukraine.

La guerra in Ucraina ci ha sconvolti. Non credevamo che un attacco simile, una logica simile, potesse avanzare ancora oggi. Siamo quelli “di una generazione” cresciuta nell'illusione di non poter vedere mai più una guerra in questo mondo. È stato come essersi svegliati d'improvviso da un bel sogno che era la vita e ritrovarsi in una realtà che è incubo. Incubo pandemico che aggredisce il mondo intero e poi una guerra, foriera di guerra mondiale. Di fronte alle immagini di barricate e sacchi di sabbia nella guerra in Ucraina resta la sensazione di inadeguatezza che proviamo nel nostro essere occidentali, incapaci di reagire, di comprendere, di sentire. Allora capiamo che il dramma ulteriore è nel rendersi conto che non esiste alcun sogno. Il sogno era solo una illusione. Gli occhi erano annebbiati prima e lo sono ancora adesso. Il sogno non era un sogno perché ogni generazione non è più in grado di sognare.

ma è ora di reagire e allora…

incoraggiati da Papa Francesco che nella lettera che ci ha appena scritto ci ha nominati “promotori di fraternità”;

illuminati dalle parole che il Prof. Umberto Galimberti ha scelto nello spettacolo realizzato insieme “Chronos: Ora X” per spiegare come delle tre virtù promosse dalla Rivoluzione Francese, l’egalité ha messo in scena la social-democrazia, la liberté ha messo in scena la liberal-democrazia, mentre la fraternità è uscita dalla scena;

ispirati infine da uno dei nostri “colloqui tra anime” con il caro Mons. Raffaele Nogaro;

noi giovani artisti di Compagnia della Città & Fabbrica Wojtyla
abbiamo capito che è il momento di dare inizio ad una
nuova Rivoluzione in cui l’unica violenza necessaria è quella intellettuale Violenza Intellettuale che finalmente promuova con coraggio quella Fraternità che la società occidentale invece di tralasciare avrebbe dovuto scegliere come condizione necessaria per la realizzazione di una Uguaglianza e di una Libertà davvero autentiche.

Così, nell’intento di lanciare un messaggio di fratellanza universale basata sulla Cultura come unico motore di ricerca reale di vera Pace, proponiamo, per iniziare, una rivoluzionaria installazione artistica per promuovere la sola battaglia da compiere, quella per la difesa etica e morale della dignità umana, di quei suoi valori assoluti che fanno capo al principio di massima aspirazione dell’essere umano: la qualità del suo pensiero.

Nasce oggi la “Cultural Barricade”, simbolo di resistenza e di contro-affermazione.
Ispirata alle reali barricate simbolo della resistenza in Ucraina, l’installazione è una vera e propria barricata costruita con due cavalli di Frisia in legno pieno, filo spinato e un muro di contenimento composto da cento sacchetti bianchi.

L’installazione, che parte dalla necessità di non restare indifferenti di fronte ad ogni brutalità e alla violenza perpetrata ai danni di tanti innocenti (in particolare di civili e soldati, vittime giovani che in entrambi i fronti stanno perdendo la vita nell’attuale guerra in Ucraina), è pensata come itinerante in luoghi funzionalmente significativi (Musei, Biblioteche, Teatri, Piazze) ma soprattutto interattiva: letture, recitazioni, canti non dovranno lasciare mai indifeso l’avamposto di una “violenza intellettuale contro ogni violenza”, e ogni autore e scrittore di tutto il mondo è chiamato a donare un proprio libro che in quei sacchetti bianchi possa sostituire i granelli di sabbia come espressione della volontà comune di fronteggiare non le pallottole tirate dalle armi, ma proprio la volontà stessa dell’uso delle armi. Così sabbia e argilla con cui inizialmente sono riempiti i sacchetti, durante la permanenza dell’installazione ed in concomitanza delle performance artistiche verranno man mano sostituite da libri che, al posto della sabbia, andranno a mutare la funzione propria di muro che ferma le pallottole in muro culturale capace di aprire le menti.

Una muraglia di letteratura per evidenziare nell’orrore della guerra il simbolo fisico della libertà autentica, quella di ciascun pensiero individuale da contrapporre ad ogni forma di pensiero unico e globalizzante.

È un richiamo di lotta alla logica del conflitto determinato dall’uso delle armi come strumento sia di offesa che di difesa dei popoli, del tutto dimentichi della potenza disarmante - appunto! - della “non-violenza” praticata da uomini riconosciuti come straordinari nella storia dell’umanità, da Gesù a Gandhi a Mandela. Questa conseguenza è parte della interattività simbolica proposta ai giovani di tutto il mondo: divenire fabbricanti di barricate culturali nell’intento di promuovere la “non-arma” più potente che ci sia, la parola.

Caratteristiche fisiche della installazione artistica: La Cultural Barricade è composta da due Cavalli di Frisia collegati da un filo spinato in ferro e 100 sacchetti in polipropilene che riportano la scritta verniciata 'no war', riempiti con sabbia di mare e libri di diverso genere. L’installazione è completata da un pallone usurato, una vestaglia rovinata ed un piccolo peluche di colore giallo e blu, ognuno dei quali rappresenta una sfumatura d’umanità. I cavalli di Frisia sono stati realizzati lavorando murali in legno di abete (oppure bariamo e diciamo che è un legno più pregiato), incastrati tra di loro e agganciati con l'utilizzo di perni chiusi con dadi a cupola. (Misure minime: 3m profondità, 7m larghezza, 1,5m altezza, dilatabile)

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